Il Counselling familiare: una proposta di sostegno per genitori e figli


 

I cambiamenti del modello familiare negli ultimi venti anni sono evidentissimi. Si è passati dal modello patriarcale-tradizionale, al modello "nucleare" o monogenitoriale e le differenze tra i due modelli sono tante.

Nella famiglia attuale i ruoli sono omologati, la donna va a lavorare, i figli sono pochissimi (siamo il Paese con il più basso indice di fecondità del mondo, circa 1.2), vi è un innalzamento dell'età materna al primo figlio intorno ai 30 anni, si ravvisa una instabilità della coppia genitoriale dovuta anche alla crescente necessità di trovare un lavoro.
Per continuare ad ottemperare alla fondamentale funzione di mediazione tra individuo e società, la famiglia necessita di "sostegno" per ognuno dei suoi membri: bambino, adolescente, donna, uomo, genitori, anziano. Tale sostegno si estrinseca in progetti educativi con modalità quali colloqui, gruppi di Auto-Aiuto, attività di animazione, scuole per genitori.
Psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, medici, sociologi, esercitano in tal senso la fondamentale attività di Counselling.

 

Nel Counselling s'instaura una relazione d'aiuto in cui il Counsellor (un professionista opportunamente formato) facilita un processo di consapevolezza e crescita di un singolo o di un gruppo di persone.
Nel setting individuale il Counsellor agisce quale facilitatore di un processo di crescita del cliente. In tal contesto il counsellor non dà consigli, non fa prediche, non prende decisioni al posto del cliente (non paziente che già nel termine evoca canali comunicativi unidirezionali) ma agisce da "specchio" che riflette quello che avviene nel setting.

Nel Counselling familiare il Counsellor attua un processo il cui obiettivo primario è il ripristino di una comunicazione costruttiva che aiuti i componenti del nucleo familiare a centrarsi sulla relazione e relativi contenuti ed a uscire da situazioni di crisi.

In cinese la parola crisi è composta da due ideogrammi: il primo, wei, significa problema, il secondo, ji, significa opportunità: ogni individuo, ogni famiglia può trarre beneficio da crisi che naturalmente si presentano nel Ciclo vitale familiare.

E' importante però avere il coraggio di non "mettere la testa sotto la sabbia" per non vedere che ci sono delle difficoltà da affrontare: un figlio piccolo che adotta comportamenti inusuali, la comunicazione tra la coppia che degenera in liti, i figli adolescenti che deviano, una madre particolarmente depressa.

Ogni crisi ha dentro di sè tre elementi: la difficoltà, le risorse per affrontarla, i compiti evolutivi per la famiglia e per ogni singolo.

Tale processo consiste in una serie di incontri con l'intero nucleo familiare, focalizzati sulla relazione (dinamiche, difficoltà e prospettive).

Nel Counselling familiare l'operatore si pone come "armonizzatore" dalle famiglia: non ci sono colpevoli e vittime ma ognuno ha la responsabilità di quello che accade, ognuno ha le risorse per aiutare gli altri e se stessi a risolvere la crisi.

Il setting può essere formato dalla coppia o dai genitori con figli; in tal modo, l'incontro è un vero e proprio "Consiglio di famiglia" in cui, con opportune modalità, il Counsellor aiuta il gruppo a rendersi conto di quello che sta accadendo, delle difficoltà che ci sono e di quello che si può fare.

Può far ricorso al counselling anche un solo membro (counselling unilaterale familiare) per suoi specifici problemi relazionali all'interno della coppia/famiglia.

Il Counselling familiare può essere rivolto anche ai soli genitori quando i figli non vogliono partecipare alle sedute ("....voi avete dei problemi, andateci voi!" è una delle frasi ricorrenti) .In tal senso, il Counsellor aiuta i genitori a prendere consapevolezza del proprio ruolo educativo e di come viene agito.

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